Non vi è dubbio alcuno che ci sia , ed è anche piuttosto evidente , una certa analogia, quasi un parallellismo tra cucina e musica.
Nascono in continuazione nuovi generi musicali, e canzoni nuove che sembra debbano necessariamente avere due caratteristiche immancabili per essere considerate ” belle ” , ossia dimenticarsi cos’è una melodia piacevole da ascoltare ed avere un testo il più possibile patetico e possibilmente poco comprensibile.
Nella cucina succede più o meno la stessa cosa, all’improvviso si sente la necessità di rivedere, rivoluzionare piatti e ricette che hanno fatto la storia della cucina , si modificano le salse di base, e la televisione offre in ogni canale almeno una trasmissione di cucina in diretta, dove qualcuno si prende l’onere di dimostrarti come , anche se non te ne rendevi conto fino a quel momento , in fondo in fondo anche tu sei uno chef di livello.
Poi ti fermi a pensare un attimo, rifletti e ti accorgi come per magia che la musica che ascolti di più è quella che non riesce a tramontare, in radio passano molte più canzoni degli anni ’70 o ’80 piuttosto che canzoni dell’anno scorso, e ti rendi conto che per la cucina succede la stessa cosa, il ragù della nonna, i piatti della tradizione, i dolci classici restano i punti di riferimento più importati.
Un motivo ci sarà…
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